LOMBARDIA: CORSE CLANDESTINE DI CAVALLI, PARTE ESPOSTO ALLA PROCUR

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Corse clandestine di cavalli a Milano, Varese, Brescia. A denunciare i fatti criminosi con un esposto presentato alla Procura della Repubblica è l’associazione ambientalista Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), che ha raccolto segnalazioni che delineano un quadro malavitoso organizzato e ben radicato sul territorio. In realtà, si parla da un ventennio di corse clandestine non solo nelle regioni del Sud, ma anche al Nord. La novità pare l’incremento quantitativo delle stesse, sei – sette in media al mese, e il fatto che siano riconducibili a una rete malavitosa che ‘vanta’ proventi, per ciascuna corsa (ovviamente associata a scommesse clandestine e tarocche), di diverse centinaia di miglia di euro.
Le corse, secondo l’esposto, vengono condotte in aperta campagna, sia nella zona del parco delle Groane, alle porte di Milano, che in provincia di Varese e Brescia, e sono organizzate ‘in toto’ dalla malavita organizzata.
COINVOLTI STALLIERI E VETERINARI – Tutto ruoterebbe intorno a un’organizzazione che opera su diversi fronti e della quale fanno parte quattro veterinari e sette stallieri, che si occupano della gestione dei cavalli da far gareggiare. Il sistema descritto nell’esposto è grosso modo questo: quando la malavita riesce a organizzare una corsa, in base al giro delle scommesse che non è inferiore ai 250mila euro, si trovano i cavalli che molto spesso sono degli ex cavalli da corsa che vengono tenuti in pensione in allevamenti o maneggi che si trovano nelle immediate vicinanze del luogo dove si devono far correre. Gli animali ufficialmente sono morti o considerati in pensione, spesso a insaputa dei loro stessi padroni che magari li lasciano in maneggio. Vengono visitati e dopati da veterinari compiacenti e subito dopo la corsa, se non ritenuti in grado di proseguire nella loro seconda carriera, vengono uccisi. Questo meccanismo impone quindi un continuo lavoro di ricerca degli animali, magari con un passato da corridori per poter organizzare le gare clandestine. “Spesso la cronaca dà notizia di purosangue rapiti per farli gareggiare in corse clandestine, non risultano però impiegati in quelle di cui facciamo segnalazione alla Procura della Repubblica – spiega il presidente dell’Aidaa, Lorenzo Croce – in queste gare sembrano essere stati impiegati solo cavalli ormai vecchi e stanchi”.
Le scommesse vengono gestite in maniera sempre più professionale, sia con un passa parola tra i soliti noti, sia tra persone che in qualche modo girano nell’ambiente delle scommesse clandestine.
“Quelli che noi riteniamo di aver individuato e che denunciamo sono solo una piccola parte dell’organizzazione che ruota su una cascina in Brianza dalla quale sono transitati nel corso di due anni almeno una ventina di cavalli di cui non si sa più nulla, ma da qui speriamo di arrivare a mettere le mani sui vertici organizzativi anche se si tratta di situazioni molto delicate e pericolose gestite quasi sempre da malavita italiana”, conclude il presidente dell’associazione.