I trasportatori di animali

Dal 5 gennaio in vigore un decreto europeo: si rischiano sanzioni fino a 15mila euro

In ritardo i corsi regionali per l’ottenimento del certificato di idoneità di mezzi e persone
SASSARI. I corsi per ottenere il certificato di idoneità al trasporto di animali partiranno solo a fine gennaio. Nel frattempo, il decreto è in vigore dal 5, gli autisti che dovessero essere sottoposti a controlli rischiano sanzioni da 2000 a 15 mila euro. Una situazione assurda che causa preoccupazione fra gli addetti ai lavori e che, a quanto pare, si è verificata soltanto in Sardegna. Nel resto d’Italia infatti, le Regioni avevano già provveduto a organizzare i corsi in tempo utile perchè gli operatori potessero mettersi in regola con le nuove normative europee.
Il problema salta fuori in coincidenza con la comunicazione, da parte della Asl di Sassari, che è in fase di avvio una tre giorni dedicata alla formazione di operatori, allevatori, commercianti e trasportatori di capi di bestiame, che incentrerà la sua attenzione sulle norme di sicurezza e sul benessere e protezione dell’animale durante il trasporto.
«Il corso – si legge nel comunicato -, alla fine del quale sarà rilasciato un certificato (patentino) di idoneità al trasporto, è organizzato dal servizio veterinario Igiene degli allevamenti e produzione zootecniche del Dipartimento di prevenzione e si terrà dal 24 al 26 gennaio nella sala auditorio del villaggio San Camillo. I docenti sono veterinari formatori che hanno ricevuto una formazione specifica sul trasporto degli animali dal ministero della Sanità.

Le iscrizioni scadono il 14 gennaio».
Tra coloro che hanno formato i veterinari c’è anche Andrea Sarria, presidente dell’ordine provinciale che sulla questione aveva già espresso perplessità a suo tempo e che adesso conferma. «In autunno sono stati formati i veterinari ma era già tardi. La Regione avrebbe dovuto provvedere in modo da mettere i trasportatori nelle condizioni di rispettare la legge. Invece si dovrà cercare una soluzione-tampone perchè possano lavorare senza il rischio di incorrere in sanzioni per la mancanza dell’indispensabile certificato».
Il ciclo di lezioni nasce dalla necessità di mettere in regola le persone che, individuate dal regolamento comunitario 1/2005 del 22 dicembre 2004 ed entrato in vigore in Italia il 5 gennaio, si occupano del trasporto di animali “vertebrati vivi” (mammiferi, uccelli, rettili e pesci).
Il nuovo regolamento, coerentemente al principio fondamentale per cui gli animali non devono essere trasportati in condizioni tali da esporli a lesioni o sofferenze inutili, si è reso necessario per limitare il più possibile i lunghi viaggi che rappresentano la causa principale di strapazzo degli animali trasportati. Si parla poi di spazio vitale per ciascun capo, del sistema per l’abbeveramento e l’eventuale alimentazione e del condizionamento dell’aria all’interno del mezzo.

La normativa europea coinvolge non soltanto i trasportatori, per i quali sono previste apposite autorizzazioni, certificazioni di idoneità e sistemi di “tracciabilità” delle loro attività, ma anche gli allevatori, i commercianti, gli operatori dei centri di raccolta, dei posti di controllo e dei macelli. «Ad essere coinvolto è un numero elevato di soggetti – commenta Stefano Grassi, responsabile del servizio di Igiene degli allevamenti e produzione zootecniche della Asl di Sassari – questo anche in considerazione del fatto che le operazioni di carico e scarico degli animali rappresentano importanti momenti di stress legati ai trasporti. Il corso mette gli operatori nelle condizioni di non incorrere nel sistema sanzionatorio previsto dal regolamento. Saranno infatti fornite tutte le informazioni necessarie per seguire le modalità operative previste».
Già, resta il fatto però che, nonostante la Asl di Sassari sia stata la prima nell’isola a far decollare i corsi c’è un «buco» temporale con cui i trasportatori dovranno fare i conti.

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