Palermo, cavalli dopati: denunciati

Parma – Palermo, cavalli dopati: denunciati proprietario scuderia e allenatore – ParmaOk

ROMA, 31 MAGGIO (Apcom) – Drogare il cavallo per vincere la corsa. Il metodo è semplice e purtroppo abusato. I carabinieri del Nas di Palermo hanno denunciato, in stato di libertà, il proprietario di una scuderia ed un allenatore ippico. I due uomini, secondo gli investigatori, sono responsabili di “frode in competizioni ippico sportive e somministrazione a cavalli da corsa di sostanze ad azione dopante”.

L’animale in questione aveva gareggiato in una corsa presso l’ippodromo di Palermo nell’aprile del 2006 – si spiega in una nota – al termine della manifestazione, personale dell’Unire, unione nazionale per l’incremento delle razze equine, aveva effettuato dei prelievi. Il risultato delle analisi antidoping era stato positivo all”Ambroxol’. Lo scorso 19 maggio imilitari avevano già deferito in stato di libertà il proprietario di una scuderia, l’allenatore ippico ed un fantino palermitani, per l’analogo motivo. Il cavallo, in quel caso era risultato positivo, alla ‘benzoilecgonina’.

Il Nas, nel comunicato, spiega che ogni anno fra trotto e galoppo sono oltre 3.500 le gare, seguite da oltre mezzo milione di appassionati e scommettitori ed oltre 150 i casi di doping scoperti ogni anno dall’Unire. “Il doping purtroppo è di casa per quella parte di mondo dell’ippica che va a braccetto con le scommesse clandestine, le sostanze utilizzate, che annullano la fatica, in genere solo a base di cocaina, oppure cocktail di anabolizzanti, antipiretici, analgesici, anti-infiammatori, citotossici, diuretici, cortiscosteroidi ed emostatici”.

“Le sostanze proibite vengono rastrellate sui mercati stranieri: in particolare dalla Svizzera o dalla Germania, ma anche dagli Stati Uniti, Australia, Cina e Romania”. Inoltre “il maltrattamento dei cavalli da corsa non è circoscritto al solo mondo della criminalità organizzata, ma si afferma a pieno titolo anche nelle gare ufficiali dove si registra un incremento di scommesse clandestine per un giro d’affari milionario”.

Non va sottovalutato, poi, che “l’attività di contrasto dei reati legati al mondo dell’ippica, infatti sempre più spesso gli ippodromi risultano ad alto rischio di ingerenze da parte di consorterie criminali quali la camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita, interessate alle attività imprenditoriali legate al settore delle corse, anche fuori dai territori di origine”.
31/05/2008