Trovato virus esotico in cavalli e uccelli. Può contagiare l’uomo

Ferrara. Trovato virus esotico in cavalli e uccelli. Può contagiare l’uomo

L’Ausl di Ferrara ha già attivato un programma di sorveglianza
Trovato virus esotico in cavalli e uccelli. Può contagiare l’uomo

L’allarme per ora arriva dalle agenzie e dai veterinari, ma la popolazione forse ne sente parlare per la prima volta. I lanci di agenzia di ieri battono la notizia che si sarebbe diffuso nel Ferrarese – o quantomeno ne è stata rintracciata la presenza – il virus West Nile, malattia infettiva trasmessa dalle zanzare, in particolare del genere Culex, che ha colpito i cavalli di alcune scuderie. Ad affermarlo è l’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise, centro di riferimento nazionale per le malattie esotiche, che ha confermato la presenza dell’infezione anche in uccelli selvatici provenienti dalla nostra provincia, esaminati nell’ambito del piano regionale di monitoraggio della fauna selvatica.

La Regione Emilia-Romagna e l’Ausl di Ferrara hanno già attivato un programma di sorveglianza per approfondire le conoscenze sulle dimensioni e l’entità del fenomeno. Inoltre sono stati già programmati interventi per la sorveglianza e la lotta all’insetto che trasmette il virus, contro il quale non c’è cura: non esistono trattamenti specifici né vaccini. È possibile solamente attenuare i sintomi della malattia. Generalmente il malato si rimette spontaneamente in 3-5 giorni, ma la malattia può essere anche mortale in individui anziani e immunodepressi.

I sintomi dell’infezione sono rappresentati da febbre moderata dopo pochi giorni di incubazione, che dura da tre a sei giorni, accompagnata da malessere generalizzato, anoressia, nausea, mal di testa, dolore oculare, mal di schiena, dolori muscolari, tosse, eruzioni cutanee, diarrea, linfadenopatia e difficoltà a respirare. In meno del 15% dei casi, negli anziani e nei soggetti più deboli, possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche quali meningite o encefalite.

I sintomi più comunemente riportati da pazienti ospedalizzati con la forma più severa dell’infezione erano: febbre elevata, mal di testa severo, debolezza e paralisi flaccida, sintomi gastrointestinali, modificazione dello stato mentale con disorientamento, tremori, convulsioni e coma. Più rari casi di eruzione maculopapulare o morbilliforme sul tronco, collo, braccia o gambe; atassia, segni extrapiramidali come anormalità dei nevi cranici, mielite, neurite ottica, poliraciculite, attacchi epilettiformi.

Il virus del Nilo occidentale, il cui nome viene dal distretto di West Nile in Uganda, dove è stato isolato per la prima volta nel 1937 in una donna che soffriva di una febbre particolarmente alta, oltre a cavalli e volatili, può colpire anche l’uomo.

La malattia ha un andamento endemico-epidemico ed è diffusa soprattutto in Africa (specie in Egitto), Medio Oriente, India, Europa e, più recentemente, negli Stati Uniti, dove la prima epidemia è stata dichiarata a New York nel 1999.