Ha toccato anche Isernia il blitz dei carabinieri che, partito dall’Abruzzo, ha sgominato una organizzazione che aveva messo in piedi un giro di corse clandestine di cavalli.
Corse con le bighe che si tenevano nella zona industriale di Avezzano. Sono 33 le persone indagate, quasi tutte rom residenti ad Avezzano e nelle province di Frosinone e Rieti. Le accuse contestate sono quelle di concorso in organizzazione di corse e scommesse clandestine e violenza privata. Quest’ultimo reato è riferito alla illegale chiusura al traffico della strada che, ogni domenica mattina, veniva utilizzata per le gare. Denunciati anche due rom minorenni. Trenta i cavalli da corsa sequestrati insieme a 12 stalle. Una trentina le perquisizioni domiciliari durante le quali sono state sequestrate flebo e farmaci sospetti. Dopo quasi un anno di indagini è scattato il blitz che ha interessato i comuni di Avezzano, Sora, Cassino, Isernia, Frosinone e Cittaducale. Duecento i militari impegnati insieme a unità cinofile e un elicottero. Nella rete die militari sono finiti fantini, allibratori che raccoglievano le scommesse, addetti alle “scorte” (che a bordo di auto anticipavano e chiudevano la corsa) e le “sentinelle”, incaricate di sorvegliare e di dare l’allarme in caso di avvistamento di forze dell’ordine.
I carabinieri del Nucleo antisofisticazioni (Nas) di Pescara, coadiuvati da dieci veterinari della Asl, hanno eseguito i prelievi di sangue e di urine sui cavalli sequestrati, e hanno inviato i campioni ai laboratori dell’Unire (Unione nazionale incremento razze equine), a Settimo Torinese. Se dalle analisi dovesse emergere l’utilizzo di sostanze dopanti, i proprietari rischiano anche una denuncia per maltrattamenti. Ulteriori indagini sono state avviate per alcuni cavalli sprovvisti di microchip, ovvero non registrati all’anagrafe equina. A questi ulteriori sviluppi potrebbero essere interessate alcune persone di Isernia. Secondo gli inquirenti il giro d’affari delle scommesse poteva raggiungere anche i centomila euro in una serata.